La camera di ritiro

La camera di ritiro o camera di preparazione è il primo luogo con cui il candidato viene a contatto una volta che chiede, “bussando”, di essere iniziato alla Massoneria.

La camera di ritiro deve essere un luogo scuro, con finestre ben chiuse e lontano dalle camere più importanti della Loggia. Disposto in tale modo per poter difendere il candidato da distrazioni esterne che deve ignorare. La sacralità della stanza sarà ben custodita da un Fratello Guardiano.

L’illuminazione del locale viene data da una lampada, o un candeliere, posati su una scrivania. Una luce fioca che permette al candidato di osservare alcuni oggetti.

In ordine sono presenti:

  • Un quadro con lettere gialle su sfondo nero;
  • Un quadro con una testa di morto sopra a due ossa incrociate di colore argento su sfondo nero e delle istruzioni;
  • Una Bibbia con l’antico e il nuovo testamento;
  • Un quadro contenente delle sentenze;
  • Un campanello per chiedere aiuto, se necessario;
  • Un foglio con scritte le tre domande preparatorie, le cui risposte formeranno il testamento;
  • Un portaoggetti dove riporre metalli e gioielli del candidato;
  • Una brocca piena d’acqua;
  • Una benda nera.

Nel primo quadro il candidato troverà su sfondo nero delle riflessioni di colore giallo. Esse sono volte a far meditare con particolare attenzione alle seguenti tematiche: non credere di essere soli nella solitudine in cui ci si trova; ritirarsi in se stessi per vedere se esiste un essere al quale dobbiamo l’esistenza e la vita; cercare di riavvicinarsi a questo essere superiore, desiderandolo e sottomettendoci alle sue leggi; che per raggiungere questo traguardo felice bisogna essere disposti a compiere un lavoro penoso e sofferto; di prendere coraggio, perché queste pene saranno passeggere e la ricompensa assicurata; che la giustizia pretende questo duro lavoro scegliendo bene e considerando lo stato miserabile e tenebroso in cui ci si trova e la luce che ci viene promessa. Se si decide di dedicarsi generosamente a questo difficile percorso ci verrà data una guida fidata che ci proteggerà dai pericoli.

Il secondo quadro simboleggia la morte del profano. Cerca di insegnargli a spogliare il “vecchio uomo” e prepararlo a una nuova nascita spirituale, a una trasmutazione. Sopra la testa di morto c’è scritto: “Tu ti sei sottomesso alla morte” mentre sotto le ossa: “La vita era contaminata, ma la morte ha riparato la vita”.

La Bibbia è posta per essere studiata con cura, far propria la dottrina e le verità che offre per fortificare gli uomini. La Bibbia verrà poi usata in diversi momenti specifici durate il Ricevimento.

Su alcuni fogli sono presenti le seguenti sentenze: “Se la curiosità ti ha condotto qui, vattene”, “Se la tua anima ha provato spavento, non andare oltre” e “Se perseveri, sarai purificato dagli elementi, uscirai dall’abisso delle tenebre, vedrai la luce”. Nel rito Scozzese Antico e Accettato troviamo anche la parola “VITRIOL” che significa “Visita l’interno della terra e, rettificando, troverai la pietra occulta” ed è un invito alla ricerca della stessa anima nel silenzio e nella meditazione. Si potrebbe descrivere questo cambiamento di stato con una metafora: dalla decomposizione di un guscio di crisalide in sonno uscirà una meravigliosa farfalla.

Le tre domande preparatorie sono volte a far raccogliere il candidato in sé stesso per rispondere sinceramente, farsi ammettere e illuminare dall’ordine massonico. Da un punto di vista filosofico le tre domande dovrebbero essere queste: “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” da cui si può ritrovare il ternario “passato, presente e futuro”.

La prima domanda chiede se crediamo nell’esistenza di un Dio creatore e cosa pensiamo della religione Cristiana. La seconda invece chiede che idea abbiamo della virtù (virtù considerata nei rapporti che abbiamo con Dio e la religione, con noi stessi e gli altri). La terza si riferisce alla nostra opinione sui veri bisogni degli uomini e come possiamo esser loro più utili.

Rispondere a queste domande non è per niente semplice poiché esse costituiranno il testamento del candidato che dovrà testimoniare le proprie intenzioni filosofiche perché, come dice Louis Claude de Saint Martin, l’uomo è il vero tempio e possiede in sé stesso i candelabri, l’altare sacrificale, i profumi e le offerte, l’ara e il fuoco[1].

Il portaoggetti è necessario per l’introduzione del candidato in Loggia. Egli dovrà spogliarsi di tutti i metalli, del denaro e dei gioielli poiché si dice che i metalli possano impedire il flusso delle correnti magnetiche. Tale movimento simbolico è volto a insegnare che tutto si paga al mondo e per poter ricevere si deve prima dare: deve essere un abbandono delle idee preconcette dato che proprio i metalli rappresentano le cose che brillano di una luce ingannevole, che è una ricchezza illusoria della quale un saggio non si cura.

I metalli verranno restituiti una volta che il candidato avrà effettuato tutto il percorso e ricevuto finalmente la luce.

La via iniziatica conduce all’illuminazione e, per fare questo, il candidato troverà una benda, possibilmente di colore scuro, nero. Si pensa che la benda sia uno dei simboli elementari ma, in realtà, è uno dei più profondi della Massoneria: il candidato dovrà acconsentire a indossarla per poter procedere all’ingresso in Loggia poiché, essendo stato nelle tenebre, dovrà fidarsi del Sorvegliante, che è colui che cammina nella luce e gli permetterà di non smarrirsi. Non dobbiamo mai dimenticare che, una volta caduta la benda dagli occhi, la luce è alla fine del cammino. 

Leggendo un’opera del rituale di iniziazione mi piace riprendere uno spunto che condivido con voi: “A tutta questa serie di simboli psicologici si aggiunge la scoperta di un nuovo mondo fatto di simboli prettamente esoterici che il profano non conosce. Tra le varie fasi ammonitrici dipinte sul muro, una lo avverte che se persevererà sarà purificato, verrà fuori dall’abisso delle tenebre e verrà la luce. In questa frase si riassume e anticipa tutto ciò che il recipiendario si appresta a vivere. La luce a cui si fa riferimento non è ovviamente la luce solare, ma un’allegoria della capacità di vedere il mondo con nuovi occhi, perché la materia prima su cui l’apprendista libero muratore dovrà costantemente lavorare per trasformare i suoi vizi in virtù è la sua stessa mente/anima che dovrà raggiungere uno stato di consapevolezza superiore risvegliandosi a un nuovo livello di coscienza”.

Ricordo che al mio Ricevimento cercavo di dare una spiegazione a tutta questa preparazione. Da profano era difficile comprendere, ma pian piano, mattone dopo mattone, riesco a trovare delle risposte anche se so bene che nonostante questo per poter raggiungere quello stato di conoscenza la strada è infinita.

Andrea B.


[1] Si veda Juole Boucher, “La simbologia massonica”, edizioni Atanòr, Roma, 2003, pagina 32.

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